Sciopero generale 17 novembre

Una manovra di governo che non investe sull’istruzione, sull’istruzione pubblica, è una manovra che non guarda al futuro del nostro paese!

la scuola, i suoi attori, l’istruzione vogliono e pretendono RISPETTO.

La nostra costituzione ci parla di una scuola quale funzione dello stato accessibile a tutti.

I padri costituenti sono stati GIUSTI E AVANGUARDISTI, molto più di attualiGOVERNI.

Ci troviamo di fronte alla palese crisi culturale, sociale ed economica in cui versa il Paese, direi anche morale, l’istruzione rappresenta un volano per recuperare terreno sulla strada dello sviluppo, della formazione dell’educazione.

In tutto ciò per le scuole paritarie si passa dai 650milioni circa del 2023 ai 700 del 2024

COSA CHIEDIAMO PER LA SCUOLA?

  • Diciamo Sì alla riduzione del numero degli alunni per classe e chiediamo l’abrograzione del DM 81. Un decreto obsoleto che non risponde alle reali esigenze delle scuole e che continua a generare classi da 30/32 studenti anche in presenza di alunni con bisogni educativi speciali.
  • Chiediamo la stabilizzazione degli organici DOCENTE ed ATA e diciamo NO ad ogni forma di precariato!

nessun piano strutturale per stabilizzare il personale precario Anche quest’anno l’anno scolastico è iniziato con oltre 200 mila supplenti precari…. Solo nelle MARCHE abbiamo oltre 5000 precari di cui 2.800 docenti di sostegno.

Un triplice danno:

  1. per i lavoratori, che vivono una inevitabile condizione di fragilità sociale;
  2. per gli alunni ai quali non viene garantita la continuità didattica;
  3. Per le scuole stesse che ogni anno ripartono senza collaboratori scolastici, senza assistenti amministrativi, senza DSGA, e senza tutti i docenti in cattedra…;

Scuole che continuano a lavorare in costante emergenza… a fronte di richieste di sempre più incessanti, e una burocratizzazione estrema che sta devastando la scuola facendole perdere di vista quella che è la propria funzione principe…  

BASTEREBBERO 180 milioni di euro per stabilizzare tutto il personale della scuola… una media di 715 euro per ogni precario,

e percorsi di reclutamento chiari, condivisi e che riconoscano il giusto merito ai precari storici … quelli che in questi anni hanno garantito il corretto funzionamento delle istituzioni scolastiche

Invece si introducono nuovi percorsi abilitanti, che comporteranno l’ennesimo impegno economico per i docenti che dovranno sborsare fino a 2500 euro per ottenere l’abilitazione, quando ci sono migliaia di Docenti che aspettano da 3 anni di partecipare ad un concorso abilitante, indetto e mai avviato…. e  per il quale i candidati  hanno versato anche una tassa di iscrizione  di 15 euro … mai restituita!

  • Diciamo Sì all’aumento delle retribuzioni e al recupero del potere d’acquisto!
  • risorse insufficienti per i prossimi rinnovi contrattuali  

Abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa!… ma questo orami non ci meraviglia più!

Il dato allarmante è che abbiamo gli stipendi più bassi di tutto il comparto del pubblico impiego nazionale con un gap di circa 300 euro… a parità di titolo di studio.

e che in materia di retribuzioni siamo tornati indietro di 14 anni.  Con una perdita del potere di acquisto di oltre il 12% …

  • DICIAMO NO ALL’ AUTONOMIA DIFFERENZIATA

L’istruzione è un diritto universale…Un diritto che deve essere garantito senza differenze di alcun genere, con criteri di inclusività, assicurando pari opportunità a prescindere dal luogo di nascita e dalla propria condizione economica e sociale.

Non possiamo accettare che ci siano cittadini di serie A e serie B, ma cittadini in possesso degli strumenti di conoscenza necessari per vivere e lavorare in una moderna democrazia.

Il progetto di autonomia differenziata applicato alla scuola rischia di incrementare i divari territoriali sugli apprendimenti, incidendo negativamente anche sulla dispersione scolastica e sul fenomeno dei neet già in forte crescita!

Ma non solo…! Sono a rischio la libertà di insegnamento, i programmi di studio, il contratto collettivo nazionale…. Con le scuole che rischieranno di diventare ostaggio della politica locale.

Il 1° giugno in senato sono state presentate le oltre 100mila firme raccolte a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per fermare il progetto di autonomia differenziata e di regionalizzazione delle scuole.

Il nostro NO alla regionalizzazione è necessario per dare corpo ad un’idea di scuola quale ORGANO COSTITUZIONALE che tuteli tutte le persone e la dignità di ognuno.

Continuiamo a parlare di livelli essenziali delle prestazioni … quando forse sarebbe più corretto parlare di livelli UNIFORMI … perchè solo attraverso l’uniformità si potrà impedire la creazione delle diseguaglianze.

  • Diciamo NO al DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO

In questi mesi la Regione e le province stanno operando un piano di RIDIMENSIONAMENTO SCOLASTICO che determinerà la perdita oltre 700 autonomie scolastiche nel prossimo triennio! Nelle Marche avremo 19 autonomie in meno già dal prossimo anno scolastico … per arrivare a 25 nel triennio … e questo è solo l’inizio!

Un dimensionamento che oltre alla perdita di Dirigenti e DSGA porterà, nel lungo periodo, ad una inevitabile contrazione di Assistenti Amministrativi, Collaboratori scolastici e anche Personale docente.

Una visione puramente ragionieristica che ha quale unico obiettivo quello di far recuperare alle casse dello stato 88 milioni di euro nei prossimi 9 anni!

  • Diciamo NO alla RIFORMA DELL’ISTRUZIONE TECNICA E PROFESSIONALE

UNA RIFORMA che prevederà, ulteriori 2 anni saranno offerti negli Istituti Tecnici Superiori Academy.

Con approcci “di tipo lavorativo” con un ampio utilizzo della formazione pratica che rischia di fornire unicamente competenze pratiche e professionali che saranno utili nella loro futura carriera, incidendo negativamente sulla formazione umanistica.

La nostra posizione non può che essere critica, La scuola è il luogo deputato alla formazione e all’ educazione, ha il compito di formare persone libere, capaci di scegliere, soggetti pensanti.

la scuola non deve e non può limitarsi a formare solo manodopera, né può trasformarsi in un AGENZIA interinale

  • Diciamo SI alla sicurezza nelle scuole!

Una sicurezza che purtroppo ancora oggi è un miraggio!

Lo scorso 2 novembre, a Casacalenda in Molise, con l’ondata di maltempo è crollata la palestra di un istituto comprensivo…un istituto costruito dopo il terremoto e con regole antisismiche.

Il dato è allarmante se pensiamo che il 40% degli edifici scolastici non possiede un collaudo statico… e solo meno del 50% ha il certificato di agibilità!

Su 40mila edifici scolastici … molti di essi non sono stati originariamente concepita per uso scolastico … ma solo successivamente adattati!

E non basteranno le risorse previste dal PNRR per risolvere il problema…

Oggi siamo qui per mantenere la scuola al centro del dibattito pubblico!

Riconoscere il giusto valore alle diverse professionalità operanti nel mondo dell’istruzione contribuisce all’affermazione di quel modello di scuola inclusivo, di comunità fondata su solidi principi educativi e sui valori condivisi, propri della nostra Costituzione.

PER QUESTO CHIEDIAMO RISPETTO per la comunità educante e rispetto per gli studenti e le loro famiglie.

RISPETTO PER IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE….

E CHE LA SCUOLA RIMANGA FUORI DAL PATTO DI STABILITA’ E DALLE VISIONI PURAMENTE RAGIONIERISTICHE.

W la scuola pubblica, W i lavoratori della scuola W noi che siamo qui a testimoniare il nostro impegno quotidiano …perché la scuola appartiene a tutti.